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Pneumatici senza aria: le nuove coperture disponibili dal 2025
La Michelin presenta una nuova generazione di pneumatici senza aria chiamati UPTIS, Unique Puncture Proof Tire System. Grazie alla loro composizione, basata su lamelle in fibra di vetro flessibili, permettono di evitare forature anche su strade poco praticabili.
Il settore dell’automotive è sempre in evoluzione: uno degli obiettivi è quello di migliorare la sicurezza dei veicoli, garantendo maggiore protezione a guidatori e passeggeri.
L’ultima novità riguarda il comparto degli pneumatici, con la presentazione di una nuova generazione di coperture senza aria. Si chiamano UPTIS, acronimo di Unique Puncture Proof Tire System, e sono pneumatici all’avanguardia realizzati da Michelin grazie alla tecnologia della stampante 3D. La particolare composizione “airless” consente alla gomma di scorrere sulle superfici più irregolari e poco praticabili, consentendo agli automobilisti di viaggiare senza il timore di forare.
I nuovi pneumatici dovrebbero arrivare sul mercato nel 2025. Tuttavia, già dal 2019 hanno equipaggiato alcune auto Chevrolet Bolt EV per essere testati sulle strade americane del Michigan.
Caratteristiche degli pneumatici airless
La gomma non presenta una camera d'aria, ma delle lamelle in fibra di vetro che hanno la caratteristica di essere molto flessibili. Di conseguenza, è immune alle forature e in caso di urto o di attraversamento di un percorso accidentato lo pneumatico si deforma e resiste agli ostacoli.
I benefici di queste nuove coperture saranno sia per i consumatori, che risparmieranno sul cambio gomme, che per l'ambiente, visto che in fase di produzione ci sarà una riduzione delle materie prime rispetto alla realizzazione di uno pneumatico tradizionale.
Per il momento non sono trapelate notizie sul costo degli pneumatici airless: tuttavia, è certo che all’inizio saranno caratterizzati da un prezzo molto più elevato rispetto alle gomme tradizionali.
Pneumatici: le abitudini degli italiani
Le airless dovrebbero risolvere definitivamente il problema della manutenzione delle gomme, che viene trascurata soprattutto dagli automobilisti italiani. Secondo un sondaggio del 2020, circa il 52% delle vetture circolanti sul territorio nazionale viaggia con pneumatici sgonfi.
Il dato arriva da un’indagine di Assogomme e Polstrada, che hanno evidenziato come questo comportamento metta a repentaglio la sicurezza sia del singolo automobilista che degli altri utenti della strada. Il motivo è semplice: le gomme che hanno una pressione non sufficiente si surriscaldano e conseguentemente possono scoppiare. In quest’ultimo caso, il guidatore potrebbe causare un incidente, con ripercussioni anche sui costi del premio assicurativo.
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Ogni quanto controllare la pressione degli pneumatici?
La verifica va fatta almeno una volta al mese quando gli pneumatici sono freddi, un termine che si utilizza per indicare che la gomma non deve aver percorso più di un paio di chilometri nell’ultima ora.
La pressione cambia in base al modello di auto. L'unità di misura della pressione delle gomme è il bar ed è riportata sul libretto uso e manutenzione (molte volte anche su un’etichetta posta all’interno dello sportellino del serbatoio carburante). È bene tenere a mente che gli pneumatici sgonfi riducono la loro durata fino al 20%; in più, fanno aumentare il consumo di carburante, visto la maggiore resistenza al rotolamento degli pneumatici stessi.