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Motocicli e ciclomotori: gli specchietti retrovisori sono obbligatori?

Gli specchietti retrovisori in moto sono un accessorio fondamentale per la sicurezza stradale. La normativa nazionale prevede una sanzione per il motociclista che circola con un veicolo privo di specchietti: la multa varia da un minimo di 87 euro a un massimo di 344 euro.

Pubblicato il 12/07/2022
Motociclista con casco in sella a una moto da strada
Specchietti retrovisori moto: sono obbligatori?

Gli specchietti retrovisori che equipaggiano le due ruote non sono un accessorio estetico. In base all’articolo 72, comma 1, del Codice della Strada, i ciclomotori e i motoveicoli devono essere equipaggiati con dispositivi retrovisori: dunque, la loro presenza è obbligatoria e non a discrezione del proprietario.

L’obbligatorietà è giustificata dal fatto che gli specchietti sono fondamentali per la sicurezza. Consentono al motociclista, infatti, di controllare cosa succede alle sue spalle prima di svoltare, spostarsi da una corsia all’altra o effettuare un sorpasso, il tutto senza distogliere l’attenzione da ciò che accade davanti.

Moto senza specchietti: si rischia una multa

Chi circola senza specchietti retrovisori è soggetto a una sanzione amministrativa compresa tra 87 e 344 euro: la multa riguarda anche i motociclisti che viaggiano con specchi danneggiati o non omologati.

Specchietti retrovisori: uno o due?

La normativa italiana fissa i riferimenti in materia. Motocicli e ciclomotori la cui velocità massima è inferiore o pari a 100 chilometri orari possono essere muniti di un solo retrovisore. Quest'ultimo dev’essere posizionato sulla parte sinistra del mezzo negli Stati membri in cui la circolazione avviene sulla destra (e sulla parte destra invece per i Paesi in cui la circolazione è a sinistra). Per quanto riguarda, invece, le due ruote con velocità massima superiore ai 100 chilometri orari, devono essere presenti due retrovisori.

Tuttavia, una direttiva europea, la 2003/97/CE, stabilisce anche che il numero di specchietti deve coincidere con quanto riportato in omologazione.

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Moto: per circolare non dimentichiamo revisione e assicurazione

La normativa nazionale prevede che le moto debbano essere sottoposte a revisione dopo quattro anni dalla prima immatricolazione e successivamente ogni due anni. La mancata revisione della moto fa rischiare una multa compresa tra i 159,00 a 639,00 euro e la sospensione dalla circolazione del veicolo fino al sostenimento dell’ispezione (con esito positivo).

Per quanto riguarda l’assicurazione, chi circola sprovvisto della copertura è sanzionabile con una multa che varia dagli 866 ai 3.464 euro. Gli agenti dispongono anche l’immediata cessazione della circolazione su strada della moto, che viene prelevata e portata in un luogo non aperto alla circolazione.

Come individuare un’assicurazione moto economica?

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Ad esempio, ipotizziamo la stipula di una polizza per uno scooter Sym Jet 14 125, immatricolato nel 2020, di proprietà di una motociclista 31enne (seconda classe di merito da almeno un anno, convivente, dipendente delle forze dell’ordine, nessun sinistro negli ultimi 5 anni, patente mai sospesa, percorrenza media di 3.000 chilometri annui).

Il premio assicurativo più basso arriva dal preventivo Verti, solo 126,97 euro. Si tratta di una polizza che applica una formula di guida esperta, che consente l’utilizzo della moto a tutti i patentati maggiori di 23 anni. Nel caso in cui il veicolo sia guidato da persona in stato di ebbrezza durante il primo sinistro, Verti limiterà la rivalsa nei confronti dell’assicurato, del proprietario e del conducente a un importo di 2.500 euro. Per il massimale, troviamo cifre più alte rispetto alle minime garantite per Legge, vale a dire 7 milioni di euro per danni alle persone e 2,5 milioni di euro per quelli alle cose.

A cura di: Enrico Campanelli

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