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Come rottamare una moto?
Per rottamare una due ruote è necessario che il proprietario si rivolga ad un centro autorizzato: la spesa e la procedura da seguire sono diverse a seconda che si tratti di un ciclomotore (la cui cilindrata è inferiore ai 50 centimetri cubici) o un motociclo.
La rottamazione della moto è un evento che può presentarsi nella vita di ogni motociclista e che richiede l’adempimento di diversi iter burocratici.
Per rottamare una due ruote è necessario rivolgersi a un centro autorizzato, chiamato demolitore o sfasciacarrozze. In caso di acquisto di una nuova moto, sarà il concessionario a consegnare quella vecchia al demolitore e a presentare domanda di radiazione del veicolo: lo stesso concessionario rilascerà il certificato di rottamazione, che libera il motociclista da ogni responsabilità.
In caso invece di inutilizzo della vecchia moto, perché non funzionante a causa di un incidente o un guasto costoso da riparare, il proprietario dovrà rivolgersi personalmente al centro di rottamazione. Tuttavia, la procedura da seguire cambia a seconda che si tratti di un motociclo (che ha una cilindrata superiore ai 50 centimetri cubici) o un ciclomotore (la cui cilindrata è inferiore ai 50 centimetri cubici).
Rottamazione di un motociclo
Il proprietario dovrà consegnare al centro autorizzato il veicolo, le targhe, la carta di circolazione e il CdP (Certificato di Proprietà). Conclusa questa prassi, il demolitore provvederà alla cancellazione del mezzo dai registri del PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e a rilasciare il certificato di rottamazione.
Per quanto riguarda i costi, è previsto il pagamento degli emolumenti ACI, per 13,50 euro, e dell’imposta di bollo, che è di 32,00 euro se viene presentato il CdP (Certificato di Proprietà) o 48,00 euro se si utilizza il modello NP3C. Un eventuale costo da sostenere, nel caso in cui il mezzo non sia marciante, è il prelievo della due ruote con il carro attrezzi per il trasporto fino allo sfasciacarrozze.
Rottamazione di un ciclomotore
Questi veicoli, non essendo registrati al PRA, hanno un iter per la rottamazione diverso. Il ciclomotore deve comunque essere consegnato a un centro per la rottamazione: in seguito, però, l’interessato deve presentare la richiesta di radiazione per demolizione agli uffici della Motorizzazione Civile su modello TT 2118. A questo modello, è necessario allegare copia della propria carta di identità, la carta di circolazione, la documentazione rilasciata dal centro di demolizione, la ricevuta del versamento di 10,20 euro sul conto corrente postale 9001 e la ricevuta del versamento di 32,00 euro sul conto postale 4028.
Moto rottamata: cosa fare con la polizza assicurativa?
In caso di acquisto di una nuova due ruote, la rottamazione consente il passaggio della polizza da un mezzo all’altro. Il mancato acquisto di un altro ciclomotore o motociclo, consente invece all’utente di richiedere alla compagnia assicurativa il rimborso del premio pagato, un importo che corrisponderà al periodo di copertura non utilizzato. L’ammontare restituito sarà al netto delle imposte.
In tema di assicurazione, non dimentichiamo che è possibile risparmiare sulla tariffa con CercAssicurazioni.it, il portale che compara le RC Moto più economiche del mercato assicurativo nazionale.
Un esempio? Ipotizziamo di voler stipulare un contratto per una Kawasaki EL 125, immatricolata nel 2007 e di proprietà di un 36enne di Roma (impiegato, prima classe di merito da almeno due anni, zero sinistri negli ultimi 5 anni, unico conducente, percorrenza media annua di 1.000 chilometri).
Il miglior prezzo, aggiornato alle prime due settimane di novembre, lo propone la compagnia Zurich Connect, che fa pagare un premio di soli 126,50 euro per una copertura con formula di guida esperta (ammette solo conducenti maggiori di 25 anni). La polizza applica un massimale di 6,07 milioni di euro per i danni alle persone e 1,22 milioni di euro per quelli alle cose: per il primo sinistro, Zurich Connect limiterà la rivalsa nei confronti del conducente (anche quando si identifichi con il proprietario o locatario) a un importo massimo di 2.500 euro.