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Truffe assicurative, ANIA e IVASS contro i siti fake
L'attività assicurativa in Italia può essere esercitata solo da imprese e intermediari autorizzati e iscritti negli Albi tenuti dall'IVASS. Bisogna diffidare da chi pubblicizza e propone polizze telefonicamente o tramite messaggi WhatsApp e richiede il pagamento del premio tramite modalità anomale.

In soli 15 giorni, a dicembre, l’IVASS ha già ordinato l’oscuramento di nove siti web che offrono in maniera abusiva e illegale servizi assicurativi. L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni porta infatti avanti la sua battaglia contro le truffe assicurative al fianco di ANIA, Associazione Nazionale fra le Imprese di Assicurazione, che ha realizzato delle linee guida per le compagnie. L’obiettivo è fornire alle imprese assicurative tutti i mezzi di prevenzione e contrasto contro siti che vendono polizze assicurative false.
Il fenomeno dei siti fake è una piaga sempre più diffusa in Italia. Spesso i truffatori riescono a riprodurre fedelmente il portale ufficiale della compagnia di assicurazione, facendo così cadere in trappola coloro che devono sottoscrivere una polizza assicurativa attraverso il web.
Come si fa a capire se l’assicurazione è falsa?
La prima cosa da sapere è che l’attività assicurativa in Italia può essere esercitata solo da imprese e intermediari autorizzati e dunque iscritti negli Albi tenuti dall’IVASS. È sempre bene diffidare da chi pubblicizza e propone polizze telefonicamente o tramite messaggi WhatsApp. I truffatori tendono, inoltre, a chiedere il pagamento del premio tramite modalità anomale, come ricariche e bonifici su carte prepagate, che sono invece del tutto vietati.
Le linee guida per difendersi dalle truffe assicurative prevedono che i consumatori prestino attenzione al sito web e verifichino la presenza dei dati identificativi dell’impresa o dell’intermediario assicurativo autorizzato. Se il prezzo dell’assicurazione auto è estremamente conveniente rispetto a quello offerto dagli altri operatori è sempre bene controllare che si tratti di una compagnia soggetta al controllo dell’IVASS.
Occhio anche alla barra di navigazione: deve iniziare con "https" e non con "http". La "s" finale funge da garanzia della sicurezza del sito. Un campanello d’allarme a cui badare è anche quello dell’invio dei documenti contrattuali solo tramite canali di messaggistica telefonica o tramite i social (WhatsApp, Facebook, ecc.).
Come individuare i siti fake?
Uno dei compiti dell’IVASS è individuare i siti sospetti. L’Istituto raccoglie, infatti, le segnalazioni che arrivano al suo Contact Center Consumatori dagli intermediari e dalle imprese di assicurazione o anche dalle associazioni di cittadini e consumatori. Utili, inoltre, le informative di Autorità di Polizia: le forze dell’ordine spesso si ritrovano, infatti, a fare i conti con veicoli assicurati con imprese fantasma.
Una volta trovati i siti truffa, l’IVASS li segnala all’Autorità Giudiziaria e informa i consumatori con un comunicato stampa. Parte poi la procedura per l’oscuramento del sito che avviene entro alcuni giorni. Le truffe assicurative avvengono maggiormente online, ma è bene prestare attenzione anche quando si è faccia a faccia con chi ci propone un prodotto. Il primo passo da fare è verificare che l’intermediario assicurativo sia iscritto al RUI - Registro Unico degli Intermediari assicurativi. I consumatori devono poi tenere bene a mente che si possono usare assegni, bonifici e altri mezzi di pagamento bancari, postali ed elettronici per il pagamento dell’assicurazione, mentre non bisogna mai effettuare pagamenti a favore di carte prepagate. I contanti possono essere usati solo entro i limiti di legge e per le assicurazioni del ramo danni.
Chi ha dubbi o problemi dopo la stipula di una polizza assicurativa, può sempre richiedere informazioni e chiarimenti o presentare reclamo direttamente all’impresa interessata o all’intermediario assicurativo. E se non si riceve un riscontro entro i 45 giorni previsti dalla normativa o non si è soddisfatti della risposta ricevuta, ci si può rivolgere direttamente all’IVASS mediante più canali, quali: una PEC alla casella di posta elettronica certificata tutela.consumatore@pec.ivass.it, un fax al numero 06 42133206 oppure con una lettera spedita con posta ordinaria (Via del Quirinale 21, 00187 Roma).
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