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Cosa succede se non si paga il bollo auto?

Chi non ha pagato in tempo il bollo può mettersi in regola nel termine di un anno grazie al ravvedimento operoso. In caso di mancata regolarizzazione da parte dell’automobilista, la Regione può effettuare un accertamento e inviare apposito avviso di pagamento.

Aggiornato il 31/05/2021

mano che fa camminare modellino di auto su una fila di monete
Mancato pagamento bollo auto

Il bollo (o tassa di proprietà) è un tributo regionale che deve essere corrisposto da tutti i proprietari di un veicolo a motore.

Per le auto, la scadenza della tassa cade nei mesi di aprile, agosto e dicembre. Tuttavia, il pagamento può essere effettuato entro il mese successivo a quello della scadenza: se cade ad esempio il 31 agosto, il termine per versarlo sarà il 30 settembre. Per le vetture nuove, il bollo va saldato entro il mese di immatricolazione.

Chi non versa l’importo entro questi periodi è soggetto a sanzioni. L'automobilista che realizzerà il saldo entro i 15 giorni successivi all’ultima data per il pagamento, potrà verserà una sanzione che sarà pari allo 0,1% della tassa (per ogni giornata di ritardo). L’ammontare della sanzione sale all’1,67% per un ritardo compreso tra i 30 e i 90 giorni, oltre agli interessi di mora, mentre dopo i tre mesi ed entro un anno dalla scadenza ammonterà al 3,75% dell’imposta originaria.

Per periodi di tempo superiori all’anno scatterà una multa pari al 30% del tributo, più gli interessi moratori (0,5%) da calcolare per ogni semestre di ritardo.

Bollo auto: accertamento della Regione se non si paga

La Regione può inviare un avviso di pagamento a seguito di accertamento. Il termine massimo per eseguirlo è di tre anni: ricordiamo infatti che il pagamento del bollo auto si prescrive proprio dopo tre anni, un periodo che decorre dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui l’imposta deve essere versata.

L’avviso di pagamento comporta che la somma dovuta venga iscritta a ruolo, e contestualmente comunicata all’Agenzia delle entrate-Riscossione, che provvederà alla notifica della relativa cartella esattoriale per l’importo non versato. Scatterà il fermo amministrativo quando il contribuente continua a non pagare la tassa dovuta nei successivi 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale. Con il fermo amministrativo l’auto non può circolare.

C’è anche la radiazione del mezzo

Per il bollo non pagato per 3 anni consecutivi può scattare la radiazione del veicolo dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico). L’auto, quindi, non potrà più circolare e per tornare a farlo bisognerà procedere con una nuova immatricolazione (oltre al saldo dei bolli non pagati).

Vademecum su come calcolare l’importo del bollo

Il bollo alla sua entrata in vigore era solo una tassa di circolazione, obbligatoria per poter viaggiare su strade pubbliche e da non corrispondere se il mezzo era fermo in un’area privata. Dal 1983 è stata invece modificata a tassa di proprietà, da versare obbligatoriamente in quanto legata al possesso del veicolo.

L’entità del bollo è commisurata alla potenza e alla classe ambientale del veicolo, nonché alla regione di residenza. Il calcolo dell’imposta può essere effettuato direttamente online sul sito dell'Agenzia delle Entrate, inserendo i dati che indicano la tipologia del veicolo e il numero di targa. Il pagamento della tassa può avvenire tramite bollettino presso lo sportello delle Poste Italiane, nei tabacchi convenzionati e nelle delegazioni dell’Automobile Club Italia (o Agenzie di pratiche auto abilitate), ma anche online con il servizio bollonet ACI.

Il guidatore che subisce il furto del mezzo nel mese di scadenza della tassa potrà evitare di corrispondere il suo rinnovo comunicando la perdita di possesso dell’auto o della moto al PRA (Pubblico Registro Automobilistico). 

Esenzione dal pagamento del bollo

Possono astenersi dal corrisponderla chi usufruisce dei benefici della Legge 104, vale a dire le persone affette da handicap accertato e i loro caregiver. In particolare, i casi di esenzione riguardano:

  • le persone disabili gravi (minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, relazione o integrazione lavorativa), i genitori (anche adottivi o affidatari);
  • i genitori, il coniuge e i parenti o affini della persona disabile.

I familiari possono ottenere l’agevolazione solo se il portatore di handicap è a loro carico o dispone di un reddito non superiore ai 2.840,51 euro. Le categorie rientranti nella Legge 104 devono però rispettare alcuni limiti sulla tipologia di auto: non sono infatti ammesse all’esenzione i veicoli a benzina con cilindrata superiore ai 2.000 centimetri cubici e quelli a gasolio con cilindrata maggiore di 2.800 centimetri cubici.

È invece prevista un’esenzione parziale per i mezzi di interesse storico e collezionistico di età compresa tra i 20 e i 29 anni. Dal primo gennaio 2019 la tassa di possesso è stata infatti ridotta del 50%, un’agevolazione che viene applicata a condizione che i motoveicoli e gli autoveicoli siano in possesso del Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica rilasciato da ASI (Automotoclub Storico Italiano), FMI (Federazione Motociclistica Italiana) e Registri di Marca e che tale riconoscimento sia annotato sul libretto di circolazione. I proprietari che vogliono usufruire dello sconto devono presentare domanda di aggiornamento della carta di circolazione alla Motorizzazione Civile, allegando l’originale e la fotocopia del certificato che ne attesta la storicità.

A cura di: Enrico Campanelli

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