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Cosa succede se non si paga il bollo auto?
Chi non ha pagato in tempo il bollo può mettersi in regola nel termine di un anno grazie al ravvedimento operoso. In caso di mancata regolarizzazione da parte dell’automobilista, la Regione può effettuare un accertamento e inviare apposito avviso di pagamento.
Aggiornato il 20/01/2025

Il bollo auto è un’imposta obbligatoria pagata da tutti i proprietari delle vetture registrate al PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. L’imposta è regionale, da versare una volta l’anno: dunque, sono le Regioni a riscuotere il bollo, ad eccezione di Friuli-Venezia Giulia e Sardegna per le quali la riscossione spetta all’Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui il bollo non venga pagato, si attivano una serie di conseguenze amministrative e finanziarie. Vediamo nel dettaglio cosa può accadere, le sanzioni previste e le modalità per regolarizzare eventuali inadempienze.
La scadenza del bollo auto
La scadenza del bollo auto cade solitamente nei mesi di aprile, agosto e dicembre. Il termine di pagamento, invece, coincide con il mese successivo alla data di scadenza. Per esempio, il bollo in scadenza il 30 aprile 2025, dovrà essere saldato entro il 31 maggio 2024.
Per le auto nuove, il primo bollo va versato entro il mese di immatricolazione.
Ci sono le sanzioni per chi paga in ritardo
Quando il bollo non sia saldato entro la scadenza, il proprietario può mettersi in regola attraverso il ravvedimento operoso (ovvero di propria iniziativa). Insieme alla cifra stabilita, scattano sanzioni e interessi legali, calcolati in base al ritardo accumulato.
In particolare:
- entro il 15° giorno di ritardo, la sanzione è pari allo 0,08% dell'importo dovuto per ogni giorno accumulato;
- entro il 30° giorno di ritardo, la sanzione aumenta all'1,25% dell'importo dovuto;
- dal 31° al 90° giorno di ritardo, la sanzione raggiunge l'1,39% dell’imposta dovuta;
- oltre 90 giorni e fino a 12 mesi, la sanzione è pari al 3,13% dell'imposta.
A queste somme vanno aggiunti gli interessi legali giornalieri, la cui percentuale varia dallo 0,05% al 2,5%.
Il ravvedimento può essere effettuato anche oltre l’anno, pagando una sanzione del 3,57% dell'importo. Ricordiamo che, oltre i dodici mesi, il proprietario può mettersi in regola solo se nel frattempo la violazione non è stata constatata.
Bollo auto: si arriva alla riscossione coattiva
Per il mancato pagamento l’Agenzia delle Entrate o la Regione può inviare al proprietario un avviso di accertamento.
Il contribuente ha 60 giorni di tempo per pagare o fare ricorso, in quest’ultimo caso se l’importo non è dovuto. Il giudice competente per il ricorso è la Commissione Tributaria Provinciale.
Se l’avviso viene ignorato, il debito viene trasferito alla riscossione coattiva, gestita dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia). In questa fase, viene notificata la cartella esattoriale che, se non opposta o pagata, può dare l’avvio dopo 60 giorni a procedure come il pignoramento di un quinto dello stipendio o del conto corrente e il fermo amministrativo della vettura. Quando un mezzo è sottoposto a fermo amministrativo:
- non può essere utilizzato;
- non può essere venduto, demolito o esportato.
Per rimuovere il fermo, è necessario saldare completamente il debito e richiedere la cancellazione della misura presso il PRA.
Bollo auto non pagato: si rischia la sanzione dalle forze dell’ordine?
Il mancato pagamento del bollo non impedisce all’auto di circolare, in quanto le forze dell’ordine non possono verificarne l’adempimento. Dunque, gli automobilisti fermati per un controllo dalla Polizia Stradale non rischiano sanzioni amministrative se non in regola con il bollo.
Qual è la prescrizione del bollo auto?
Il bollo auto si prescrive dopo 3 anni, che decorrono dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui l’imposta doveva essere versata. Il termine viene interrotto in caso di notifica dell’avviso di accertamento e della cartella esattoriale, iniziando a decorrere nuovamente a partire dal giorno successivo.
A proposito di bollo auto: esenzioni e riduzioni
Possono astenersi dal corrisponderla chi usufruisce dei benefici della Legge 104, vale a dire le persone affette da handicap accertato e i loro caregiver.
In particolare, i casi di esenzione riguardano:
- le persone con disabilità gravi (minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, relazione o integrazione lavorativa), i genitori (anche adottivi o affidatari);
- i genitori, il coniuge e i parenti o affini della persona disabile.
I familiari possono ottenere l’agevolazione solo se il portatore di handicap è a loro carico o dispone di un reddito non superiore ai 2.840,51 euro. Le categorie rientranti nella Legge 104 devono però rispettare alcuni limiti sulla tipologia di auto: non sono infatti ammesse all’esenzione i veicoli a benzina con cilindrata superiore ai 2.000 centimetri cubici e quelli a gasolio con cilindrata maggiore di 2.800 centimetri cubici.
L’esenzione spetta anche a tutti i proprietari di auto elettriche. Nello specifico, le Regioni prevedono l'esenzione dal pagamento del bollo per cinque anni a decorrere dalla data di prima immatricolazione; alla fine di questo periodo, si deve corrispondere un’imposta pari ad un quarto dell'importo previsto per i corrispondenti veicoli a benzina. Unica eccezione la Lombardia, dove le auto elettriche non sono soggette al pagamento del bollo.
È invece prevista una riduzione del bollo per le auto di interesse storico e collezionistico di età compresa tra i 20 e i 29 anni. L'imposta da pagare corrisponde al 50% dell'importo dovuto, un’agevolazione che viene applicata a condizione che la vettura sia in possesso del Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica rilasciato da ASI (Automotoclub Storico Italiano) o dai Registri di Marca. I proprietari che vogliono usufruire dello sconto devono presentare domanda di aggiornamento della carta di circolazione alla Motorizzazione Civile, allegando l’originale e la fotocopia del certificato che ne attesta la storicità.
